La nostra storia
L’attuale complesso de Lo Zerbo è legato in maniera indissolubile al territorio che lo circonda. Pertanto, per descrivere “la nostra storia” sarà necessario tenere conto di questo fattore.
Perché non si può spiegare il presente senza fare tributo a chi ha contribuito a rendere Lo Zerbo l’incantevole location che è oggi.
La nascita della chiesa e dell’oratorio
Le prime attestazioni sul luogo risalgono alla prima metà del 1600, gli anni della terribile epidemia di peste che colpì tutto il nord Italia. Un periodo che rimase fortemente impresso nella memoria dei locali, tanto da essere poi magistralmente descritto da Alessandro Manzoni ne I Promessi Sposi. Allo Zerbo, che già allora aveva questo nome per via del dialettismo zerb (‘lasciare a maggese’), nel 1630 sorgeva un lazzaretto.
Ma l’epidemia deve aver miracolosamente risparmiato gli abitanti della vicina località di Besate. Fu probabilmente questa la ragione che spinse i cittadini a erigere una chiesa in onore di un tale miracolo. Il lascito di questo atto di fede esiste ancora. Infatti, nella chiesa del Settecento che tutt’oggi impreziosisce l’intera location è possibile ammirare un quadro di “Madonna con bambino”. L’opera d’arte ha poi preso il nome di Madonna dello Zerbo, e molto probabilmente è stato proprio questo il fattore che ha contribuito a mantenere ancora “vivo” l’uso dell’antica parola zerb. Senza il nome dato al quadro, anche la parola si sarebbe perduta, e con essa un importante tratto della società locale.
I besatesi rimasero particolarmente affezionati a questo luogo, dove accanto alla chiesa si affiancò un oratorio. A partire dall’Ottocento qui veniva celebrata l’annuale festa religiosa della Madonna dello Zerbo che richiamava, secondo le cronache di allora, un gran numero di fedeli. L’attaccamento a una tale ricorrenza doveva essere particolarmente sentito dai locali. Infatti, qui non solo era prevista una messa, ma anche la processione e un banchetto pomeridiano.


Dal “festival” dello Zerbo alla Grande Guerra
All’aspetto religioso si accostò presto quello laico, con un occhio di riguardo per la carità e la beneficienza. Sempre in estate, infatti, Lo Zerbo ospitava un festival musicale, i cui proventi venivano spesso devoluti ai meno fortunati. Così come per il rito religioso, anche quello ludico aveva luogo a ridosso della seconda domenica di maggio.
Nel 1895 il festival è talmente noto da durare ben 9 giorni. Quell’anno, un annuncio che ne promuove la diffusione comparirà addirittura sul quotidiano milanese La Lombardia. L’annuncio è figlio del suo tempo, ma a tratti commuove per la sua spontaneità e leggerezza. Vale la pena riportarne un estratto:
Il Comitato di Beneficenza dell’Asilo Infantile, in occasione della rinomata Sagra del Santuario della Madonna dello Zerbo, che ricorrerà da domenica 12 a tutto il 20 corrente, ha stabilito di costruire un grande e ricco padiglione ad uso il ballo pubblico. Coloro che si recheranno a Besate potranno inoltre udire le riproduzioni foniche di un fonografo Edison perfezionate; assistere all’ascensione di palloni aerostatici e vedere tutte le sere il paese fantasticamente illuminato. Numerosi chioschi ad uso restaurant, di birrerie ecc. saranno aperti al pubblico.
I primi 10 anni del Novecento sono dunque per Lo Zerbo gli stessi che per il resto d’Europa: quelli della spensieratezza e della Belle Époque. Sarà la Prima Guerra Mondiale a interrompere, come accadrà altrove, l’utilizzo ricreativo del luogo. Un decreto luogotenenziale del 1916 impedirà infatti ogni “divertimento per rispetto dei soldati al fronte”.
La rinascita: dal boom economico ai giorni nostri
Negli anni Sessanta, Lo Zerbo imboccherà quel percorso che lo porterà a diventare il luogo ideale per organizzare un evento di gran classe. Sono questi gli anni in cui il noto architetto milanese Piero Cantaluppi porta a termine la realizzazione della prestigiosa villa oggi presente all’interno del complesso.
La struttura, prenotabile all’occorrenza, può ospitare in 4 camere fino a un massimo di 8 ospiti. Dallo stile classico ma dotata di tutti i comfort, è il fulgido simbolo della rinascita dell’intero complesso.
Alla villa oggi fanno il palio la chiesa consacrata, un parco di cinque ettari con giardino italiano, e una tensostruttura capace di ospitare fino a 200 ospiti seduti. Queste sono le quattro anime de Lo Zerbo, e sono messe in collegamento da un elegante portico. L’intero ambiente naturale del complesso si rifà a quello esterno e immacolato del Parco del Ticino, la prima riserva naturale italiana.
Qui potrai organizzare il matrimonio dei tuoi sogni, così come qualsiasi altro evento in cui le parole d’ordine sono classe ed eleganza. Lo Zerbo è anche perfetta location naturale per la realizzazione di set fotografici e shooting cinematografici.
Perché oggi Lo Zerbo è tutto questo. Un luogo che conserva la magia di un tempo passato, al servizio delle esigenze del presente e con uno sguardo al futuro.
